venerdì 26 maggio 2017

La V.I.A. sarda del termodinamico è lastricata di prescrizioni tecnicamente irrealizzabili.



A seguito dei pareri discordanti tra gli uffici del Ministero dell'Ambiente (parere positivo) e quelli del Ministero dei Beni Culturali (parere negativo) sulla Valutazione di Impatto Ambientale per la realizzazione dell'impianto CSP denominato “Gonnosfanadiga”, il prossimo 9 giugno si terrà a Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri la riunione istruttoria per dirimere la questione. La riunione relativa all'impianto "Flumini Mannu" nei comuni di Decimoputzu, Villasor, si è tenuta lo scorso ottobre.
Lavaggio degli specchi riflettenti
Nella prospettiva dell'incontro del 9 giugno Italia Nostra Sardegna ha inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri un documento nel quale sono stati analizzati i pareri positivi per i due impianti rilasciati dalla Commissione Tecnica Valutazione Impatti Ambientali del Ministero dell'Ambiente e sono state rilevate una serie di incongruenze e di affermazioni inesatte che ne inficiano la validità anche perchè supportati da prescrizioni tecnicamente non attuabili o affidate a progetti sperimentali di impossibile realizzazione.

E' stata sollevata in primo luogo l'illegittimità della procedura e l'incompetenza dello Stato a istruire una pratica che è iniziata e si sarebbe dovuta concludere presso la Regione Sardegna. Illeciti segnalati a suo tempo allo stesso Ministero per l'Ambiente e dei BBCC e alla Procura della Repubblica.
Nel merito del provvedimento Italia Nostra Sardegna ha evidenziato le seguenti incongruenze:
  • Il consumo di suolo sarà elevatissimo e con esso l'irreversibile degrado delle matrici ambientali. Non è verosimile la tesi secondo cui il suolo utilizzato e impermeabilizzato sarà solo quello interessato da plinti, fondazioni e strade. Purtroppo l'intera superficie delle centrali (circa 500 HA complessivi) sarà inutilizzabile a fini agricoli, nonostante le rassicurazioni della società sulla ipotetica possibilità di un’irrealizzabile coltivazione di foraggi e di un inattuabile allevamento di ovini. 
    La centrale nel suo sito ideale: il deserto!
  •  Un uso della risorsa idrica incontrollabile che non potrà essere garantita dal Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale, infatti nessun accordo esiste in merito. L'operatività delle centrali dovrà quindi essere garantita dagli emungimenti di falda, con tutti i prevedibili danni alla falda stessa e alle attività primarie circostanti. 
  • I grandi impianti termodinamici contrastano con gli obiettivi del PEARS 2016 -  essenzialmente incentrato sull'autoconsumo e sull'autoproduzione ed esclude questi mega impianti - e, se realizzati, creerebbero seri problemi alla rete elettrica isolana ormai satura e incapace di gestire il sovrappiù di energia.
  • Indisponibilità del suolo da parte delle società che intendono installare gli impianti per cui dovranno ricorre all'esproprio impedendo ai legittimi proprietari di proseguire la loro attività agricola.
  • Scelta del sito in base ad un calcolo prettamente economico, senza tener conto delle emergenze ambientali e delle specie tutelate presenti nel sito, e in contrasto con le tutele paesaggistiche e ambientali previste dalla vigente normativa.

In conclusione l'Associazione ha evidenziato la scarsa attenzione della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale verso i numerosi pareri tecnici pervenuti sotto forma di Osservazioni, compresi quelli della Regione Sardegna e del MIBACT ed ha constatato che il parere positivo è stato emesso sulla falsariga dei documenti prodotti dalle società proponenti i due progetti.
Italia Nostra Sardegna ha quindi chiesto al Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri di far propri i pareri negativi di Valutazione di Impatto Ambientale espressi dal MIBACT e di rigettare i due pareri positivi alla VIA espressi dalla CTVIA per illegittimità e incoerenza tecnica o, in subordine, di restituire i due Procedimenti alla competenza regionale. 


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