lunedì 14 novembre 2016

A rischio crollo il sistema di difesa costiero della Sardegna



Torre di Cala Domestica - Buggerru
Da anni Italia Nostra Sardegna segnala il rischio di crollo per numerose torri e fortificazioni costiere della Sardegna ormai ridotte a veri e propri ruderi.

Nella "lista rossa" di Italia Nostra sono state inserite alcune di queste torri e fortificazioni: le Torri di Ischia Ruja e Columbargia di Tresnuraghes, La Torre di Cala Domestica a Buggerru, la stazione semaforica di Capo Sperone a Sant'Antioco. Ma sono tante le torri a rischio crollo presenti lungo le coste della Sardegna. 
Alcune non esistono più: nel 2012 è crollata la Torre di "Scau 'e Sai" nel litorale di San Vero Milis.
Esiste il reale pericolo che si perda questo importante patrimonio culturale e paesaggistico che caratterizza le coste sarde. 
Del patrimonio delle Torri alcune sono ben conservate, quelle di difesa ubicate principalmente nei centri urbani, mentre invece quelle di avvistamento versano in quasi completo abbandono eccetto rare eccezioni.
Torre S'ischia Ruggia - Tresnuraghes
Italia Nostra ha maturato una importante esperienza nel recupero e nella gestione delle Torri Costiere. Dalla fine degli anni '80 del secolo scorso ha recuperato, allestito con una mostra sul patrimonio culturale e ambientale dell'arcipelago del Sulcis, e reso alla pubblica fruizione la Torre Canai di Sant'Antioco, visitata annualmente da migliaia di turisti e residenti: sono stati quasi 4.000 i visitatori nel corso del 2016.  Ogni estate la Torre ospita mostre, eventi culturali e ambientali.
La nostra sezione di Italia Nostra provinciale del Sinis Cabras Oristano ha dedicato un libro alle Torri Costiere dell'oristanese e alla loro salvaguardia.

E' necessario un intervento straordinario per il recupero del sistema di difesa costiero.  Un progetto unitario per tutte le fortificazioni, partendo da quelle più a rischio e interessando l'intero patrimonio. 
L'Agenzia della Conservatoria delle Coste - che con diverse delibere della Giunta Regione ha ricevuto in gestione parte di questo patrimonio - aveva a suo tempo presentato un progetto di massima per il recupero conservativo delle torri, i fari e le stazioni semaforiche. Si trattava di un progetto interessante: una rete museale e di ricettività a prezzi calmierati lungo le coste sarde, con la condizione che l'intero patrimonio sarebbe rimasto sempre fruibile dalle comunità e dai visitatori. 
L'intero progetto, a parte alcuni limitati interventi, sembrerebbe naufragato assieme alla Conservatoria delle Coste.
La torre di Villasimius

Le Torri costiere della Sardegna vennero erette a partire dal 1570 circa, per volontà della Corona di Spagna, proprio in attuazione di un piano di difesa dalle scorrerie dei Saraceni nelle coste sarde che, intensificatesi, provocavano gravi danni e la perdita di vite umane.
L’intero sistema difensivo era amministrato dalla Reale Amministrazione delle Torri, istituita da Filippo II di Spagna, nel 1581. Tale istituzione rimase in attività anche in periodo sabaudo per essere definitivamente soppressa soltanto nel 1842 e doveva provvedere alla progettazione e costruzione di nuove torri, alla manutenzione di quelle già esistenti, all'arruolamento dei soldati e al rifornimento di armi, munizioni e tutto l’occorrente per il funzionamento delle guarnigioni. Inoltre, rientrava nei suoi compiti l’arruolamento del personale di guardia non solo per le torri ma anche per coloro che dovevano perlustrare le zone di costa non protette. Infine, doveva occuparsi delle paghe dei soldati di guardia, nonché riscuotere le tasse necessarie per la gestione delle difese. Il rafforzamento delle piazzeforti fu accompagnato da una sorveglianza capillare delle regioni meno popolate sotto l’aspetto militare, fiscale e sanitario.
 
Torre di Capo San Marco - Sinis, Cabras

links utili


Blog Italia Nostra Sardegna - "Su semafuru" tra i monumenti a rischio
 
Torre Columbargia - Tresnuraghes


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