domenica 2 novembre 2014

DDL "edilizia" - Lettera al presidente Pigliaru


Testo della lettera inviata il 13 novembre 2014 al presidente della Giunta Regionale 

LEGAMBIENTE - ITALIA NOSTRA - WWF - LIPU - FAI

Al Presidente della Regione Sardegna 
Prof. Francesco Pigliaru

OGGETTO: Richiesta urgente di incontro sul DDL approvato con DGR 39/2 del 10 ottobre 2014. Normative regionali in materia di governo del territorio, uso dei suoli e salvaguardia del patrimonio culturale e ambientale.
Le scriventi Organizzazioni, portatrici del diffuso interesse per la salvaguardia dell'ambiente, hanno esaminato il disegno di legge in questione e ritengono che esso non debba proseguire il proprio iter approvativo, in quanto le norme in esso contenute appaiono potenzialmente assai lesive per gli effetti che avrebbero sul territorio, nonché sul patrimonio culturale e ambientale, ed anche per la filosofia di rilancio della espansione edilizia che pervade buona parte degli articoli del provvedimento proposto.
Nel documento allegato si riporta una ampia analisi del DDL in questione, nel quale si esaminano anche diverse fattispecie di violazioni della normativa nazionale e comunitaria in materia di ambiente e delle prerogative intangibili degli enti locali in materia di pianificazione.
Ma, soprattutto, il DDL sembra muoversi in direzione opposta rispetto a quel modello di sviluppo sostenibile, fondato sulla promozione e sull’utilizzo produttivo delle qualità del territorio e del paesaggio, che è contenuto nel programma dell’attuale Governo regionale e che è apparso particolarmente convincente tanto da essere stato premiato nel voto dai sardi. Proporre nei fatti di accantonare il PPR e puntare sul più tradizionale (e ormai dichiaratamente perdente) dei meccanismi edilizi, a livello di conseguenze pratiche e anche di immagine, sembrerebbe l’esatto contrario di quella scommessa su una Sardegna in cui l’innovazione si radica solidamente nei paesaggi dell’identità, che tutti auspichiamo.
E’ necessario evitare che il primo atto legislativo di questa Giunta in campo ambientale sia, o anche soltanto appaia, come diretto a privilegiare uno sviluppo quantitativo casuale e non programmato, un caso per caso prevalentemente senza qualità, sganciato da ogni impegno al miglioramento ed alla riqualificazione, e che riecheggia in un modo un po’ inquietante le pratiche più desuete di boom edilizi ormai irrealistici e improponibili, , già perseguiti dalla precedente giunta con ben cinque “Piani casa”.

Tutto ciò premesso, si fa richiesta di un incontro urgente con codesta Amministrazione regionale, richiamando e confermando la massima disponibilità al confronto sulla complessa tematica sopra accennata, in un quadro condiviso di rinnovata attenzione al governo del territorio e all'uso dei suoli, per innalzare il livello di tutela del paesaggio e di salvaguardia dell'ambiente, ritenendo che questi interessi e questi obiettivi costituiscano ormai patrimonio comune e irrinunciabile della nostra collettività.

Insediamento turistico a Calasetta

Sull'argomento




Consente l'edificabilità nella fascia costiera e annulla la pianificazione urbanistica

Ecomostro a Nebida

  • IL DISEGNO DI LEGGE ERRIU NON È “EMENDABILE” MA TOTALMENTE CANCELLABILE.
  • CONSENTE NUOVE VOLUMETRIE NELLA FASCIA DEI 300 METRI DALLA LINEA DI BATTIGIA ANCHE A STRUTTURE TURISTICO-RICETTIVE CHE NE HANNO GIÀ USUFRUITO
  • CONSENTE NEI CENTRI STORICI NELLE ZONE B E C NUOVE VOLUMETRIE E RIDUCE GLI STANDARD URBANISTICI
  • CONSENTE CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO DEGLI IMMOBILI
Le associazioni ITALIA NOSTRA, WWF e LIPU della Sardegna contestano il "disegno di legge in materia di miglioramento del patrimonio edilizio" approvato con delibera G.R. n. 39/2 del 10.10.2014, non soltanto per le norme in esso contenute che appaiono molto pericolose per gli effetti che avrebbero sul territorio, ma soprattutto per la filosofia che pervade buona parte degli articoli del provvedimento.
Le finalità e il contenuto della normativa che si vorrebbe approvare sono esattamente gli stessi del famigerato piano casa di Cappellacci, sinora fortemente avversato anche dall’attuale maggioranza politica. Con l’enorme aggravante che le deroghe al piano paesaggistico e ai regolamenti comunali da provvisorie diventano definitive. Si decide l’annullamento della pianificazione e si sancisce la fine di ogni governo pubblico del territorio. La regione abdica al suo ruolo di controllo e priva i comuni di prerogative garantite da leggi dello stato.
Il paesaggio e tutte le sue componenti naturali, sociali e culturali - che connotano ogni luogo e la sua specifica identità – costituiscono il nucleo fondante, collettivamente riconosciuto, dello “statuto” del territorio, non arbitrariamente modificabile e protetto da norme costituzionali. E' veramente incredibile che vengano consentite nuove volumetrie pari al 25% nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia, perfino alle  strutture turistico-ricettive che hanno già usufruito di tale possibilità e a quelle appena realizzate nel 2013!
Calasetta: la città lineare
Il rispetto dell’ambiente e del paesaggio deve essere garantito dall’autorità di governo che ha il dovere istituzionale di proteggere le caratteristiche peculiari di ogni luogo, consentendo gli usi che ne garantiscano la conservazione o la riproduzione e impedendo quelli che le distruggerebbero.
Come regioni più virtuose hanno da tempo riconosciuto, lo svolgimento delle attività pubbliche e private che incidono sul territorio e l’utilizzazione delle risorse territoriali e ambientali deve avvenire garantendo la salvaguardia, il mantenimento dei beni comuni e l’uguaglianza di diritti all’uso e al godimento degli stessi, nel rispetto delle esigenze legate alla migliore qualità della vita delle generazioni presenti e future.
E’ diffusa l’esigenza di norme che garantiscano davvero il mantenimento della forma e degli aspetti più significativi delle nostre città, la tutela dei centri storici e dei monumenti, la qualità del verde e degli spazi pubblici, la protezione del paesaggio, della salute e dell’ambiente.
Le Associazioni chiedono alla Regione l’approvazione di leggi che abbiano come fine reale la conservazione del suolo non ancora edificato, bene comune e risorsa non rinnovabile, incentivando l’attività agricola, l’artigianato e un vero turismo culturale attraverso la cura del territorio e dei suoi abitanti.
Per questi motivi Italia Nostra, WWF e LIPU sono totalmente contrari al testo del DDL "in materia di miglioramento del patrimonio edilizio". Perché un piano casa perenne va in senso diametralmente opposto alla tutela del bene comune e non è  pertanto “emendabile”.

Le Associazioni si riservano di esprimere il proprio dissenso circostanziato, ragionato e motivato e di trasmettere specifiche osservazioni a dimostrazione della illegittimità, anche costituzionale, delle norme che si vorrebbero approvare.
Ristorante sulla battigia


Centro urbano di Buggerru 

Sull'argomento







Nessun commento:

Posta un commento