sabato 14 dicembre 2013

Presentate le osservazioni al nuovo PPR

Spiaggia di Coa 'e Cuaddus - Isola di Sant'Antioco
Un nuovo Piano Paesaggistico Regionale istruito per correggere gli errori contenuti nel piano del 2006, che si scopre invece strapieno di grossolani errori.
Uno per tutti: l’art.23 delle Norme tecniche di attuazione che riguarda le zone umide inserite nella convenzione di Ramsar prevede che in tali aree si possa insediare  qualsiasi opera ad eccezione degli impianti eolici e dei tralicci per il trasporto dell’energia elettrica; è addirittura possibile aprire anche nuove strade, infatti le strade son vietate solo ad altezze superiori ai 900 mt (sic!). Quattro anni di elaborazione non son bastati per capire che tutte le zone umide in Sardegna si trovano a livello del mare!
Zona umida - Basso Sulcis
Nelle Osservazioni presentate al procedimento Italia Nostra ha sollevato una serie di illegittimità, in primo luogo ha evidenziato che è stato elaborato un nuovo Piano Paesaggistico utilizzando la scorciatoia della procedura semplificata prevista per la semplice revisione. Trattandosi di un nuovo Piano si sarebbe dovuta attivare la copianificazione col Ministero dei Beni Culturali, infatti essa è obbligatoria anche nelle regioni a statuto speciale come la Sardegna, come confermato da numerose sentenze di TAR e Corte Costituzionale.
Altro motivo di illegittimità è l’assenza di una corretta procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che si sarebbe dovuta svolgere con modalità e criteri trasparenti e in particolare avrebbe dovuto anticipare l’adozione del PPR per tener conto delle osservazioni prodotte e riorientare quindi lo stesso documento di pianificazione. È forse in questa totale ignoranza delle procedure, e nella loro applicazione, che si inserisce lo scivolone fatto i giorni scorsi dall’Assessore reg.le all’Urbanistica che scambia la Valutazione di Impatto Ambientale con la VAS.
Sono state messe in evidenza le tante contraddizioni del Piano che nell’affermare la qualifica di bene paesaggistico per importanti aree (vedi la fascia costiera attualmente inedificabile) ne impediscono la tutela consentendo di fatto la realizzazione di numerosi interventi pubblici e privati: le volumetrie previste dal piano casa, le nuove strutture residenziali e ricettive connesse ai campi da golf etc…
In taluni casi poi si è voluto strafare correggendo carte che probabilmente non riportavano errori. È il caso della ricognizione e delimitazione dei corsi d’acqua. Sono stati spostati i vincoli, previsti dalla vecchia cartografia all’interno del naturale percorso del fiume – “dove il fiume non scorre più” -  per essere inseriti nella nuova cartografia “nell’effettivo e reale corso del fiume”.
Purtroppo i fiumi deviati dall’uomo sempre più spesso riconquistano il vecchio percorso senza tener conto del volere dell’uomo, e neppure della nuova cartografia, e i risultati sono le tante inondazioni che negli ultimi decenni hanno colpito la Sardegna come l’ultima del 18 novembre, con le conseguenti numerose vittime.
Insomma una nuova pianificazione paesaggistica che cancella la precedente, che nel tentativo di correggere gli errori ne inventa di nuovi, crea semplificazioni cartografiche che si prestano a notevoli equivoci esponendo aree critiche al rischio di possibile speculazione, riesuma le vecchie lottizzazioni e elimina il sistema di tutele introdotto dal piano vigente.

sull'argomento:


Sardegna Geoportale - Mappe tematiche
La Nuova Sardegna - Intervista a Salvatore Settis



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