venerdì 22 novembre 2013

Chi cancella il paesaggio cancella la vita

22 novembre 2013

Anche nella tragedia che ha colpito la Sardegna in questi giorni, come nelle troppe precedenti che hanno interessato altre parti d’Italia, assistiamo all’ennesimo scambio di accuse tra istituzioni dello Stato che ribaltano e scaricano le proprie responsabilità. Intanto restano i morti, un’isola e il suo territorio parzialmente distrutti, l’agricoltura in ginocchio e i tanti danni alle abitazioni e alle piccole attività.
Sono state aperte diverse inchieste dalla magistratura ma, come spesso avviene, forse nessuno pagherà per questo ennesimo disastro. 
Eppure abbiamo ascoltato in questi giorni la chiesa dichiarare che “la mano dell’uomo è complice della catastrofe” e che “l’uomo deve avere più cura del territori” e altre autorevoli voci affermare che “Il problema del degrado e degli eventi alluvionali che spesso comportano perdita di vite umane è sostanzialmente dovuto all’uso irrazionale del suolo e all’inadeguato governo del territorio” (Ettore Crobu, Presidente Federazione Dottori Agronomi e Forestali della Sardegna). “La mortalità per alluvione in Sardegna è la più alta di tutto il territorio nazionale” (Mario Tozzi, geologo). “Aver costruito senza criterio e non aver saputo pianificare e prevedere i rischi ha portato a questo” (Sergio Grauso, geologo dell’Enea)
Italia Nostra ripete da anni che una delle grandi emergenze nazionali è il rischio idrogeologico, continuamente aumentato dalle nuove cementificazioni, soprattutto interventi immobiliari e grandi opere. Per questo è necessario pianificare con attenzione e destinare ingenti investimenti alla messa in sicurezza del territorio italiano.
In Sardegna oggi, la vera emergenza è il Piano Paesaggistico Regionale appena adottato, che riduce le tutele del piano vigente consentendo nuovi interventi edificatori proprio nelle aree più sensibili e più delicate sotto l’aspetto idrogeologico e paesaggistico: fascia costiera e aree agricole prospicienti.
Chi afferma queste cose viene tacciato di “sciacallaggio politico” dall’attuale governatore della Sardegna che sarà ricordato, forse, per aver governato i 5 anni più bui nella storia dell’autonomia, per le peggiori leggi in materia ambientale e paesaggistica, per aver aggredito le aree e gli spazi che faticosamente si era riusciti a conservare e tutelare nei decenni precedenti, per aver cancellato le tutele del PPR del 2006, per il cemento delle leggi sul Golf, per i troppi piani casa, la riduzione delle protezione sulle zone umide e quelle gravate da usi civici.
Ecomostro a Carloforte
Per tutti questi motivi abbiamo scritto assieme alle principali associazioni ambientaliste nazionali la lettera-appello al Ministro Bray - purtroppo alcune testate giornalistiche non hanno riportato la presenza di Italia Nostra - chiedendogli di intervenire per impedire l’approvazione illegittima del nuovo PPR fermando il più grande attentato al territorio della Sardegna.


SARDEGNA SOPRATTUTTO -  Difendere il paesaggio da nuove catastrofi - Eugenio Scalfari 





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