sabato 6 aprile 2024

Cancellare fiumi e torrenti in un’area a rischio idrogeologico e idraulico elevato rappresenta un pericolo

I giorni scorsi Italia Nostra Sardegna, Cagliari Social Forum, Comitato Riconversione RWM, Unione Sindacale di Base Sardegna, Assotziu Consumadoris Sardigna, Confederazione Sindacale Sarda e Cobas Cagliari hanno inoltrato un corposo documento con relativi allegati grafici e relazioni tecniche  col quale chiedono alla Direzione Generale dell’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna di respingere la richiesta di cancellazione dal reticolo idrografico dei corpi idrici interni alla proprietà di RWM Italia S.pa., così come formulata nella Relazione Tecnica presentata dalla società RWM Italia spa ai comuni di Iglesias e Domusnovas e fatta propria dai rispettivi Consigli Comunali.

Il documento inoltrato fa presente che la richiesta di cancellazione è stata redatta sulla base di una descrizione irrealistica e incompleta, che non corrisponde all’assetto attuale delle aree interne allo stabilimento RWM e ignora i rischi idrogeologici presenti nell’area in esame. Infatti l’assetto plano-altimetrico reale, così come l’andamento effettivo dei corsi d’acqua interni allo stabilimento RWM, risultano notevolmente differenti rispetto a quelli descritti nelle Relazioni Tecniche che ne giustificano la cancellazione in quanto non tengono conto delle rilevantissime modificazioni intercorse dal 1998 ad oggi per effetto del notevole ampliamento dello stabilimento (in particolare tra il 2016 e il 2021). 


Il Campo Prove

Cosí come non viene considerata la presenza simultanea nell’area di studio di una zona a rischio idrogeologico molto elevato (Hi4) e di uno stabilimento a elevato rischio di incidente, coesistenza che comporta un Rischio Idraulico molto elevato (livello Ri4) in un’ampia fascia nella quale lo stabilimento è attraversato dal Rio Figu, e nella quale confluiscono buona parte dei corsi d’acqua dei quali si sostiene l’irrilevanza e si richiede la cancellazione dal reticolo idrografico.

Il documento presentato dai portatori di interesse all’Agenzia Regionale del Distretto Idrografico evidenzia la superficialità della documentazione tecnica a supporto della cancellazione dei fiumi in quanto è del tutto assente una rilevazione aggiornata dell’area, un supporto fotografico del sito, sono del tutto ignorate le grandi trasformazioni prodotte dai lavori di ampliamento dello stabilimento dal 1998 ad oggi, in particolare quelli recentissimi, realizzati dal 2016 al 2021 e risultati poi irregolari alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato che hanno annullato le relative autorizzazioni edilizie.


Panoramica dello stabilimento

Non si è tenuto conto della criticità dell’area interessata da elevati rischi idrogeologici, non solo per la presenza del Rio Figu, che attraversa lo stabilimento in una zona ad elevato rischio di esondazione, ma anche per le zone franose, ad elevata acclività, con la presenza di depositi minerari abbandonati e instabili, cosí come è del tutto assente la descrizione del modello geologico, del modello geotecnico e dello schema geomorfologico, come raccomandato anche dall’ordine dei Geologi.

Viste le imponenti edificazioni, gli scavi e gli sbancamenti realizzati nell’area in seguito agli ampliamenti dello stabilimento RWM, anche nelle fasce di prima salvaguardia dei corsi d’acqua in esame, e persino nella zona a pericolosità idraulica molto elevata (Hi4), la cancellazione dal reticolo idrografico dei corsi d’acqua interni al perimetro dello stabilimento potrebbe oltretutto avere l’effetto di “sanare” in modo irregolare eventuali abusi commessi nell’area.

Per tutti questi motivi le sottoscritte Associazioni portatrici di interessi diffusi e collettivi hanno  richiesto che venga rigettata la richiesta di variazione del reticolo idrografico interno delle aree della società RWM Italia S.p.a. e il mantenimento dell’attuale reticolo idrografico, aggiornandolo alla situazione reale che si è venuta a creare con l’ampliamento dello stabilimento, accertando anche l’eventuale realizzazione di opere abusive in una zona a rischio idrogeologico molto elevato (Hi4), dove vige l’inedificabilità assoluta per quanto riguarda gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, come quello della RWM di Domusnovas-Iglesias.


Mappa uso del suolo 2008 - Sardegna geoportale

Ortofoto 2019 dal Geoportale Sardegna 

sull'argomento

YouTG.net - Cancellare fiumi nell'area di proprietà della RWM di Iglesias e Domusnovas? È un pericolo

La Provincia del Sulcis Iglesiente - Graziano Bullegas (Italia Nostra Sardegna): "Cancellare fiumi e torrenti in un'area a rischio idrogeologico e idraulico elevato rappresenta un pericolo"

Il Manifesto Sardo -  Cancellare fiumi e torrenti in un' area a rischio idrogeologico e idraulico elevato rappresenta un pericolo

STOP RWM - Consiglio comunale per modificare il reticolo idrografico: l'assessora Cherchi minaccia conseguenze contro chi contesta?




venerdì 23 febbraio 2024

La Maddalena: parco naturale o scenario bellico?

Le acque della Maddalena hanno assistito in questi giorni ad una surreale tragicommedia. Con l’ordinanza n.16 del 15.02.2024 (ore 16.33) la Capitaneria di Porto La Maddalena aveva interdetto dal 20 febbraio all’8 marzo dalle ore 8 alle 22 ogni tipo di attività tra La Maddalena (Punta Chiara) Cannigione e Monaci. Dopo pochi minuti con Ordinanza n.17 (ore 16.44) estendeva l’interdizione ad un’area di raggio pari a 1.000 mt intorno ai punti denominati Alfa e Bravo (sic!) situati a N-E di S. Maria e a S-E di Caprera dalle ore 6 alle 16.  In pratica per 18 giorni maddalenini e galluresi frontalieri si sarebbero visti defraudare dell’accesso all’arcipelago ed a tutto lo specchio acqueo compreso tra Caprera, Cannigione e la Maddalena. 


Mappa dell'area interessata dalle esercitazioni

Motivazione: una richiesta del COMSUBIN (Comando Raggruppamento Subacquei e Incursori della Marina Militare) che aveva perentoriamente deciso di eleggere l’arcipelago a sito per “operazioni di addestramento con impiego di esplosivi”!

Solo grazie ad un intervento in extremis dell’Ente Parco si è scongiurato un caso di follia ecocida. La Capitaneria ha provveduto ad evitare l’assalto parabellico, revocando in data odierna le Ordinanze con la singolare motivazione che non ci si era accorti dell’inserimento di un’area SIC all’interno del poligono marino interdetto. 

Come Italia Nostra Sardegna ci chiediamo. E’ mai accettabile il fatto che le Forze Armate, pur disponendo di migliaia di ettari di superfici e centinaia di chilometri di coste in Sardegna, già devastate e inquinate in modo irreversibile da attività militari, debbano eleggere a scenario delle loro “missioni impossibili” un’area che vanta la presenza di un Parco Nazionale e di un’Area Marina Protetta, nonché Sito di interesse comunitario e Zona a protezione speciale? 


In altri termini è legittimo che il più alto grado di tutela ambientale, imposto da leggi comunitarie e nazionali, debba essere violato, anzi impunemente violentato, da esercitazioni a fuoco che contemplano l’esplicito uso di esplosivi? Quali caratteristiche strategiche hanno questi luoghi ai fini della sicurezza nazionale (l’Italia, art.11 della Costituzione, “ripudia” la guerra) per giustificarne un utilizzo che è agli antipodi, sia in termini naturalistici che etici, della fruibilità sostenibile?

Vorremmo anche sapere. E’ammissibile che la Capitaneria di Porto, organo deputato alla sicurezza della navigazione, non si ponga alcun interrogativo in merito alla legittimità della richiesta del COMSUBIN e nello spazio di soli 11 minuti e con un anticipo di appena 5 giorni proceda d’imperio, con avallo tacito e subalterno, all’isolamento dell’arcipelago e della costa frontaliera, nemmeno interrogandosi sui vincoli e sulle prerogative istituzionali che tutelano un’area naturale protetta? Siamo forse a nostra insaputa precipitati in uno stato di guerra o peggio ancora il Tempo della Storia ha invertito il suo corso?

E’ appena il caso di ricordare le responsabilità accertate da Commissioni di inchiesta parlamentari, le molteplici sentenze sia in sede penale che civile, i dati epidemiologici incontrovertibili, che puntano il dito contro le più alte gerarchie dell’esercito e sono collegate all’uso illecito di quelle servitù che il Ministero della difesa ha, con un inscrollabile giogo, imposto ad una così ampia parte del suolo sardo.

Ad un giogo politico ed a subalternità culturale sembra soggiacere il Ministero dell’Ambiente nei confronti della stessa compagine governativa, visto che assiste inerte (quando non compiacente) alla devastazione degli ecosistemi, alla violenza sui paesaggi, alla distruzione della fauna e degli habitat, pur di non intralciare interessi economici e racimolare consensi elettorali. 

Mappa dell'area interessata dalle esercitazioni

Occorre forse ricordare che nei Santuari della Natura, brandelli di Riserve a stento sopravvissute ad una hybris antropocentrica, istituendo i quali l’Uomo appena soffoca il rimorso per la distruzione del creato, l’uso della caccia è vietato e quindi, di sottesa conserva, l’uso delle armi e degli esplosivi. Che senso avrebbe, infatti, proteggere gli habitat per poi distruggerli, così come nel caso emblematico della penisola Delta a Teulada, anch’essa Sito di interesse comunitario.

Riteniamo che questi reiterati attacchi all’ETICA della Natura debbano una volta per tutte avere fine, che la Terra sarda si debba affrancare dalla violenza delle armi e delle bombe, che la Sardegna abbia il diritto di scegliere la via della pace e non subire l’obbligo di preparare le guerre. 




sull'argomento

L'Unione Sarda - La Maddalena, stop alle esercitazioni con le bombe nell'area marina protetta

venerdì 9 febbraio 2024

Riprendono le conferenze di Italia Nostra sulle recenti acquisizioni della ricerca archeologica

La sezione di Cagliari di Italia Nostra riprende il ciclo di conferenze sulle recenti acquisizioni della ricerca archeologica in Sardegna.

Il 22 febbraio 2024 incomincerà il XVII ciclo organizzato in collaborazione con G&T e AGAI.

Il titolo di quest’anno è: 

Arte, architettura, spiritualità, siti di culto nella preistoria e nella protostoria.

Progetto della “Tentative List Unesco Domus de Janas

Le conferenze si terranno a Cagliari nella sala conferenze della sede Fondazione di Sardegna in via Salvatore d’Horta, 2.

Il ciclo è suddiviso in 5 incontri che si terranno ogni giovedì pomeriggio, alle ore 17,30 a partire dal prossimo 22 febbraio fino al 21 marzo.

Iniziativa culturale curata dal prof. Felice Di Gregorio


La locandina con il programma dettagliato



Area archeologica di Pranu Mutteddu


mercoledì 24 gennaio 2024

La RWM chiede di cancellare 5 affluenti del rio Figu per svincolare l'area della fabbrica dal vincolo idrogeologico

Alle decine e decine di richieste edilizie inoltrate dalla fabbrica di bombe della Rwm Italia S.p.A. al Comune di Iglesias, se n’è aggiunta, qualche tempo fa, una di altro genere, anche questa attentamente presa in considerazione dalla macchina comunale. Nel giugno del 2022, la Rwm proponeva la modifica del reticolo idrografico dell’area (di sua proprietà) dove ha sede lo stabilimento, attraversata dal Rio Figu, considerato, dal Piano per l’Assetto Idrogeologico regionale, ad alto rischio di esondazione. Nell’istanza, la Rwm chiedeva di cancellare dal suddetto piano ben 5 affluenti dello stesso Rio Figu, in quanto “non significativi”. 

Considerando la situazione delle autorizzazioni edilizie già concesse dal Comune di Iglesias a Rwm, ma passate sotto la falce del Consiglio di Stato, che le ha definite illegittime, la richiesta appare tesa a declassare il grado di rischio idrogeologico (finora alto) del territorio dello stabilimento, consentendo potenzialmente di ottenere autorizzazioni ambientali finora precluse e, eventualmente, di sanare opere già realizzate in area ad elevato rischio idrogeologico.

L’amministrazione comunale di Iglesias non solo ne ha preso atto ma, sulla scorta di fondi regionali del 2020, ha inserito la richiesta di Rwm, corredata di relazione tecnica, in un piano di revisione complessiva dell’idrografia comunale, commissionato ad un tecnico specializzato.

La cittadinanza viene a conoscenza di tutto questo solo ora, marginalmente, in quanto risulta convocato un Consiglio Comunale Straordinario per l’approvazione della complessiva revisione del reticolo idrografico, primo passo verso la definitiva approvazione da parte dell’autorità di bacino.

Le scriventi organizzazioni segnalano la possibilità (e chiedono rassicurazioni in merito) che dietro l’operazione possa esserci la volontà di consentire a Rwm di mettere a frutto gli ampliamenti ad oggi bloccati dalla decisione del Consiglio di Stato, ampliamenti che hanno comportato ingenti danni ambientali, con lo spianamento di intere colline e la distruzione del manto boschivo, al solo fine di produrre più bombe, più mine sottomarine, più missili, più droni killer, destinando il territorio ad una vocazione di morte. 

Oltre ai boschi e alle colline ora si vogliono cancellare anche i fiumi? O piuttosto, i fiumi rimangono, in quanto elementi conseguenti alla conformazione orografica, ma si cancellano le tutele previste per chi nei territori limitrofi vive e lavora?

I corsi d’acqua non spariscono per votazione, sono preziosi, vanno tutelati, e quando non vengono sufficientemente monitorati, o sono oggetto di interventi non sufficientemente ponderati, possono diventare pericolosi. Gli affluenti del Rio Figu che si vogliono cancellare dalle mappe sono forse stati tombati come sembrerebbe da alcune fotografie? Con quali autorizzazioni? I consiglieri hanno preso visione di tutta la documentazione con cognizione di causa? Hanno verificato la realtà dei luoghi? Che risposte danno a questi semplici interrogativi?

All’amministrazione comunale chiediamo di ripensare le decisioni già prese e di fornire tutte le spiegazioni del caso, all’opposizione di farsi portavoce delle istanze di salute, di vero progresso, di benessere sociale che provengono dagli scriventi e dalla società civile del territorio e di non approvare la proposta. Una fabbrica di armi non porta sviluppo, nè aiuta la transizione ecologica. È sempre più evidente.

In ogni caso, i sottoscritti si riservano, prima del pronunciamento dell'autorità di bacino, di effettuare approfondimenti di natura tecnica da divulgare e su cui riflettere, oltre che di segnalare, eventualmente, all’autorità giudiziaria, quelle che potrebbero essere violazioni di legge.

COMITATO RICONVERSIONE RWM - ITALIA NOSTRA SARDEGNA - COBAS CAGLIARI - DISARMISTI ESIGENTI – USB SARDEGNA – CAGLIARI SOCIAL FORUM


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